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preparazione chitarra e accessori per performance live
dopo aver visto tanti, troppi chitarristi alle prime armi barcamenarsi tra i soliti problemi tecnici che puntualmente si verificano esclusivamente dal vivo e nel momento "clue" (vedi: assolo), e dopo avere ricevuto decine e decine di email e richieste di aiuto sull'argomento, ho pensato di dedicare un paragrafo alla preparazione della chitarra e dei suoi accessori espressamente per la performance live, al fine di evitare il più possibile l'insorgere di questi inconvenienti.
NB:
questo paragrafo è dedicato esclusivamente a chi suona dal vivo per la
prima volta o da poco tempo, e a chi non è particolarmente portato per
le cose "tecniche" che esulano dal mero suonare. quindi chiedo a chi
già ha esperienza in merito, di saltare questo paragrafo, o comunque
di non sentirsi offeso leggendolo. se ritenete queste cose banali ed elementari,
allora il paragrafo non riguarda voi.
• scelta e organizzazione dell'arsenale
• preparazione chitarra
• preparazione strumentazione
• preparazione accessori
• cose da evitare on-stage
• precauzioni post-live
scelta e organizzazione dell'arsenale
la maggior parte dei problemi che si verificano sul palco sono evitabili se ci preoccupiamo di riservare un po' di attenzione a ciò che usiamo. è comprensibile che non se ne abbia voglia, o che il "trasandato" faccia figo, ma dobbiamo metterci nei panni di chi viene ad ascoltarci. di sicuro non viene per vedere uno del gruppo che a un certo punto smette di suonare e inizia a smanettare con chitarra o ampli cercando di capire cosa sia successo, così come non viene per sentire una chitarra scordata o un suono che fa cik-ciak, ecc. per non parlare di quando la tracolla ci molla e la chitarra cade inesorabilmente sul palco, con conseguenze magari esilaranti, ma alla fine sgradevoli per tutti (anche perché la gente si ricorderà di voi solo per quell'incidente).
la chitarra e tutte le altre cose sono fatte di materiali che si usurano, si deteriorano, si consumano. se si ha pagato la chitarra 6000 euro non significa che andrà sempre e bene, bisogna prendersene cura di tanto in tanto, soprattutto prima dei live. quindi smettiamo di atteggiarci come rockstars e iniziamo a ragionare con un minimo di professionalità.
innanzitutto concentriamoci su cosa veramente serve per suonare
dal vivo i nostri pezzi. dobbiamo considerare solo la spina dorsale della nostra
musica, e disfiamoci di tutto il resto che dal vivo diventa superfluo. vedo
troppe volte chitarristi con chitarre equipaggiate di leva che non usano mai,
e quasi sempre il sistema è di tipo economico. questa è già
una cosa da evitare il più possibile quando si sta per comprare una chitarra,
perché quel ponte tremolo ci darà sempre dei problemi: dal vivo,
perché se si rompe una corda, tutte le altre si scorderanno. ma anche
al di fuori dell'esibizione live, cambiare una corda su un sistema Floyd Rose,
che sia originale o indonesiano, sarà sempre un'operazione laboriosa,
e allora perché impazzire per una cosa che non usiamo?
quindi, se sappiamo che la leva non ci servirà, evitiamo le chitarre
con la leva, oppure blocchiamo il ponte.
in questo modo sgrosseremo più della metà dei nostri futuri problemi.
poi evitiamo di comprare un modello per il solo fatto che è il modello
"signature" del nostro eroe: se non suoniamo esattamente ciò
che suona lui, o se non suoniamo in una sua cover band, scegliamo un modello
che soddisfa il più possibile le nostre necessità, non il suo
conto in banca. se suoniamo del funky evitiamo di comprare una costosissima
Gibson. così come dobbiamo evitare di spendere migliaia di euro per una
testata per poi usare la distorsione della vostra pedalierina tuttofare. mettiamo
a fuoco ciò che veramente ci serve, e scegliamo gli strumenti più
adatti possibile. possibilmente pochi, buoni ma pochi, perché quando
iniziamo a farci prendere da G.A.S. (Gear Acquisition Syndrome) si arriva a
un punto in cui ci si sotterra di ciarpame che servirà solo a darci problemi
su problemi.
è normale quando non si hanno anni di esperienza, volersi quasi "nascondere"
dietro rack da diverse unità o un mare di pedalini: lasciamo perdere,
e ricordiamoci la regola: meno è meglio.
preparazione della chitarra per la performance live
preparare una chitarra per affrontare un'esibizione dal vivo è importantissimo. quasi tutti snobbano o non prendono minimamente in considerazione questo fondamentale passaggio pre-live e pro-live, e infatti se ne vedono le conseguenze. una chitarra elettrica soffre non solo degli stessi problemi di tutte le cose che si usurano e si consumano, ma anche di problemi elettrici, spesso veri misteri anche per i grandi esperti. non dobbiamo assolutamente fidarci del costruttore nè del negoziante dai quali compriamo la nostra chitarra. non dobbiamo pensare neanche lontanamente che una volta acquistata, la chitarra è già pronta all'uso e sempre lo sarà, perché lo strumento viene sottoposto ad un setup piuttosto sommario solo prima di uscire dalla fabbrica, e da lì alle nostre mani tutto è lasciato al caso, al tempo, al trasporto e all'abbandono per mesi e mesi in vetrina o in magazzino, per non parlare di quegli strumenti che subiscono quotidianamente "torture" da parte dei clienti dei negozi. la chitarra è un oggetto di legno, metallo e componenti elettrici, e in quanto tale va seguito, regolato, migliorato, preparato e mantenuto per poterlo adattare alle nostre mani e fargli affrontare il "combattimento" sul palco.
i problemi più frequenti che sorgono durante un'esibizione live sono:
• corde che si rompono frequentemente
• chitarra che si scorda
• segnale a tratti / segnale
che cessa improvvisamente
• cavi che "muoiono" (vedi:
preparazione accessori)
• tracolla che molla la chitarra
(vedi: preparazione accessori)
corde che si rompono frequentemente
il problema più grosso, suonando dal vivo, è la
rottura delle corde. se la chitarra è a ponte fisso non è un dramma,
ma se abbiamo la leva è una vera e propria disfatta. ma possiamo evitarlo
alla radice. come? innanzitutto cambiando le corde prima del live (8-10 euro
non sono poi un salasso), poi smussando
i punti di contatto delle corde, eliminando il più possibile i punti
di contatto aldilà del ponte e del capotasto, non abusare della leva
se proprio non è necessario (lo sarà davvero?), non picchiare
esageratamente forte sulle corde e possibilmente usando un plettro non di metallo,
o comunque non durissimo nè affilato come la spada di un Ninja. iniziamo
con questi piccoli trucchetti, e il risparmio in corde e in figuracce sul palco
sarà garantito.
a proposito di corde, non vorremo mica tenere gli avanzi penzolare in aria dalla
nostra paletta stile Tom Morello? forza, tagliamo quegli avanzi, sono pericolosi
per gli occhi di chi suona con noi (e a volte quelli del pubblico), e non fanno
figo, semmai fanno sfigo.
altro grande nemico delle corde: il sudore, che non solo è acido, ma
genera ossido, il quale rode le corde, toglie brillantezza e sustain e le rompe
precocemente. purtroppo non c'è niente da fare per eliminare il problema,
ma si può fare qualcosa per ritardarne e contenerne gli effetti.
prima di tutto laviamoci le mani prima di suonare. così facendo sgrossiamo
via buona parte dell'acidità che si riverserebbe sulle corde. poi una
volta finito di suonare asciughiamo prima le corde dal sudore, usiamo un panno
asciutto e molto assorbente, passiamolo sia sopra che (soprattutto) sotto le
corde, da ponte a capotasto, e sulla tastiera. poi se l'abbiamo usiamo un prodotto
specifico, per esempio il Gibson o il Dunlop, appositamente studiati per eliminare
il più possibile l'acidità dalle corde. ora pieghiamo il panno
dal lato opposto (asciutto), a mò di rettangolo allungato, infiliamolo
tra corde e tastiera, e mettiamo in custodia la chitarra col panno infilato.
il panno avrà così tutto il tempo per assorbire ciò che
non siamo riusciti a pulire noi. in questo modo le corde e i tasti rimarranno
completamente asciutti e privi di sostanze acide, e la tastiera si asciugherà
attraverso i pori. se il panno è abbastanza grande copriamo tutto il
sotto delle corde, da capotasto a ponte, non farà certo male, anzi.
stessa cosa vale se abbiamo un manico non verniciato: poniamo un panno morbido
per il lungo tra manico e la conca della custodia dove poggia il manico. il
panno assorbirà gran parte del sudore rilasciato durante la performance.
l'altro grosso problema è la chitarra che si scorda. questo succede perché non stiriamo mai le corde. stirare le corde è un passaggio assolutamente fondamentale per garantire un'accordatura prolungata, anche sotto abuso. se invece la chitarra si scorda anche con le corde completamente stirate, allora qui il problema è da analizzare a seconda del tipo di chitarra che abbiamo: con ponte fisso, ponte tremolo tipo Fender, ponte tipo Gibson Tune'o'Matic, o ponte tipo Floyd Rose. vediamo caso per caso:
- chitarra che si scorda su ponte fisso
se abbiamo una chitarra con ponte fisso, stiriamo le corde e questa si scorda,
allora proviamo subito a lubrificare il capotasto. procuriamoci del lubrificante,
dal grasso per ingranaggi al "latte" da elettricista o la grafite
di una matita, quello che più ci aggrada, e applichiamone un "tocco"
dentro ciascuno dei solchi del capotasto, poi rimettiamo le corde, stiriamo
e proviamo. se ancora si scorda, proviamo a cambiare marca di corde, e facciamo
ottimizzare il capotasto da un bravo liutaio. se ancora non basta, allora è
il momento di sostituire le meccaniche con delle auto-bloccanti, tipo Sperzel,
Gotoh, Planet Waves ecc... e già che ci siamo, sostituiamo anche il capotasto
con uno in grafite, tipo il GraphTech. come si può dedurre, sono partito
dal provvedimento più economico fino al più complesso e costoso.
- chitarra che si scorda su ponte tremolo
tipo Fender
se invece abbiamo una chitarra con ponte tremolo tipo Fender, che magari usiamo
senza leva, allora tiriamo le molle di contrasto situate nel vano sul retro
del corpo. infatti se non usiamo la leva, non importa come è settata
la piastra delle molle del tremolo, l'importante è che il ponte faccia
pressione contro il top della chitarra. in questo modo il tutto sarà
più stabile. se invece non basta, allora procediamo come sopra, ovvero,
lubrificare il capotasto, se non basta diamo respiro ai solchi del capotasto,
se non basta cambiamo marca di corde, se non basta cambiamo le meccaniche con
delle auto-bloccanti e capotasto in grafite.
a proposito... non vorremo mica usare la leva con quel ponte? beh, se proprio
dobbiamo, e se tutti trucchetti sopra citati non bastano a garantire una decente
tenuta di accordatura, allora cambiamo anche il ponte con un Wilkinson o un
AlecB ecc...
e teniamo sempre presente che un ponte tipo Fender (sia American Standard che
Vintage) non è fatto per un uso stile Vai, ma per un uso stile Gilmour,
cioè un leggero vibrato "Hawaiiano", quindi non pretendiamo
troppo, in fondo è un progetto uscito nei primi anni '50.
- chitarra che si scorda su ponte tipo Gibson
Tune'o'Matic
nelle chitarre Gibson, Epiphone e similari, con ponte tipo Tune'o'Matic e meccaniche
tipo vintage, è quasi assicurata la necessità di cambiare tutto
l'hardware. certo, prendiamo le precauzioni di rito, come stirare le corde,
lubrificare il capotasto ecc, fissare
i perni del ponte ecc, ma teniamoci pronti ad affrontare una spesa, non
tanto alta, ma comunque scomoda, anche perché per installare le meccaniche
auto-bloccanti bisogna allargare i fori di quelle vecchie, e il liutaio costa.
- chitarra che si scorda su ponte tipo Floyd
Rose
se la nostra chitarra è equipaggiata con uno dei seguenti ponti: Floyd
Rose originale, Floyd Rose II, Floyd by Schaller, Floyd by Kahler, Ibanez Edge,
Ibanez Lo-Pro Edge, Ibanez Edge-Pro, Ibanez Edge-Pro II, Ibanez Edge III allora
siamo tranquilli, basta seguire alcune regole che troviamo in questo sito. se
invece il ponte è un Licensed qualsiasi, tipo TRS-101, Lo-TRS, Lo-TRS
II, Single-Locking, Takeuchi, Ping o altri ponti economici, allora rassegnamoci:
o cambiamo il ponte, o cambiamo chitarra o blocchiamo
il ponte o non usiamo la leva affatto. non c'è altra scelta.
segnale a tratti / segnale che cessa improvvisamente
altro tipicissimo e fastidiosissimo problema, che misteriosamente compare esclusivamente durante un live e soprattutto durante un assolo, è l'incertezza, o addirittura la cessazione del segnale. qui il problema si amplia perché i fattori sono molteplici: contatti nel circuito della chitarra, cavi, pedalini ed effetti vari, preampli, ampli o testata. è chiaro che la soluzione a tutto non c'è quando i fattori sono tanti e tali, e quando non siamo massimi esperti di elettronica, ma senz'altro possiamo prendere una serie di provvedimenti atti a sgrossare di molto le probabilità che l'evento si verifichi. teniamo a mente che anche ai "grandi" capitano spesso problemi di questo tipo, quindi mettiamoci l'anima in pace e consideriamo quanto segue:
contatti nel circuito della chitarra
semplice: apriamo il vano elettrico, armiamoci di torcia elettrica
e pinzette (o cacciavite) per scrutare attentamente tra il groviglio di fili,
cercando contatti e saldature al limite della rottura, o addirittura staccate.
se abbiamo dimestichezza col saldatore il problema è risolto. se non
sappiamo dove va saldato il filo staccato, cerchiamo l'altro capo della saldatura
staccata, generalmente la si distingue bene dalle altre perché vedremo
una "pallina" di stagno dalla quale non parte alcun filo, e quasi
sempre da questa pallina spuntano filamenti di rame troncati. lì dobbiamo
saldare il nostro filo staccato. certo, questo non è proprio il metodo
più ortodosso, gli esperti di elettronica non concorderanno sicuramente,
ma se non si ha il tempo o la possibilità di consultare gli schemi su
internet, o di portare la chitarra da un tecnico e spendere decine e decine
di euro sull'unghia per una banale saldatura, allora questo diventa un buon
metodo. inoltre se sbagliamo saldatura, il peggio che può capitare è
che la chitarra non suona. già che ci siamo, se serve, rinforziamo anche
le altre saldature.
la staccatura delle saldature è dovuta al tempo, all'ossido, al sudore
ma anche al continuo movimento che i fili subiscono all'interno del vano. noi
suoniamo, ci muoviamo, a volte saltiamo, addirittura "headbangiamo",
per non parlare dei trasporti su e giù, carica-scarica, sbatti, muovi
ecc... tutto questo si traduce in movimento continuo, oscillazione repentina
dei cavi, i quali scaricano tutto sulle saldature. per ovviare a questo problema,
io generalmente uso fascette e relativi supporti.
altra operazione molto importante e quasi mai eseguita: proteggere
i pickups .
i pickups sono particolarmente esposti al pericolo di ossidazione, proprio a
causa della loro posizione sulla chitarra, perché spesso l'avvolgimento
non è protetto come dovrebbe e anche perché ci si dimentica di
asciugarli dopo avere suonato. tuttavia qualche trick per rallentare di molto
l'eventuale ossidazione esiste, li si possono inventare con qualche espediente.
per esempio, molti pickups presentano dei fori sulla cover, dei "finestrini"
che lasciano intravedere l'avvolgimento interno: una manna per il sudore. io
copro sempre questi fori con nastro telato. inoltre il nastro assorbirà
parte del sudore che viene rilasciato proprio dove poggeremo la mano. ricordiamoci
di sostituirlo ogni 2 o 3 live: il nastro per assorbire bene deve essere fresco.
- pedalini ed effetti
sempre più usurati, sempre più sporchi, sempre con la stessa batteria indo-cinese di quando li abbiamo comprati già allora usatissimi, tenuti insieme da cavi di plastica in offerta lunghi 100 metri e con nodi marinari strettissimi, fradici di birra e altro che è meglio non menzionare, con connettori ormai quasi divelti da innumerevoli cadute e pedate e col rame ormai tutto sfilacciato e a vista... ed ecco che i pedalini saltano quando meno ce lo aspettiamo. un minimo di professionalità è ciò che dobbiamo avere quando si sale sul palco, quindi evitiamo tutto ciò e procuriamoci una base di legno spessa almeno 15mm, e con del velcro adesivo fissiamo i pedalini su di essa. niente paura, il velcro adesivo tiene ben più del peso di un pedalino. inoltre i cavi devono essere più corti e robusti possibile, meglio se con connettori di metallo (Proel, Neutrik ecc). costano veramente poco e si trovano ovunque. controlliamo le batterie prima di ogni live, magari usando quei piccoli tester pensati apposta per le batterie, facili ed economici, si trovano nei centri di bricolage o similari.
- preampli, ampli e testata
qui entra in gioco un discorso prettamente elettrico ed elettronico,
meglio lasciare la parola a chi se ne intende (vedi links). io ho solo un suggerimento
da dare: quando finiamo di suonare spegniamo tutto! che sia un rack, un preampli,
un ampli, un finale, un combo, una testata, effetti a rack, pedaliera e pedalini
vari, qualsiasi cosa deve essere spenta. non c'è motivo di tenere acceso
alcunchè, soprattutto le testate valvolari: non fanno figo se stanno
accese anche dopo il concerto, semmai fanno sfigo.
altro piccolo suggerimento: se abbiamo una serie di unità nel nostro
segnale, per esempio un rack, procuriamoci una ciabatta nella quale collegare
tutte le alimentazioni varie. non occupiamo tutte le prese che il locale ci
offre, usciamo dal nostro rack con una sola presa di alimentazione. meglio se
la ciabatta è provvista di fusibile, anzi, è obbligatorio!
per quanto riguarda invece gli elementi stessi del segnale, preampli, ampli, testata ecc, è consigliata una revisione generale del sistema da parte di un tecnico specializzato, possibilmente con cambio di valvole annesso.
argomento trascuratissimo dalle giovani rockstars, i cavi rappresentano
il cordone ombelicale tra noi e l'amplificatore: dobbiamo davvero risparmiare?
certo, nessuno ci obbliga a comprare degli Spectraflex o dei George L's: un
buon Klotz, un Proel o un Neutrik è quanto di meglio il rapporto qualità/prezzo
ci possa offrire, a mio parere. assicuriamoci che siano abbastanza grossi e
robusti, evitiamo quelli di plastica e quelli con l'impugnatura in gomma sul
connettore (eccetto i Whirlwind). scegliamo dei buoni cavi, con connettori robusti
in metallo, e non troppo lunghi: più lungo è il cavo, più
rumori e interferenze raccoglie e più segnale disperde. certo, non è
un fenomeno molto udibile, ma finchè possiamo, evitiamolo. dopotutto
a cosa ci serve un cavo da 20 metri se il posto più grande dove suoniamo
è il sottoscala del retro dello scantinato di un bar di periferia di
un paesino di campagna? cavi corti, robusti e soprattutto almeno 2 cavi di scorta,
possibilmente nuovi e pronti all'uso (cioè, non in macchina, che se poi
servono...).
altro argomento tanto importante quanto trascurato dai nostri giovani cloni
di Cobain: assicurare il cavo alla chitarra. assolutamente mai attaccare il
cavo semplicemente "alla dritta", cioè a penzoloni direttamente
dal jack al sotto dei nostri piedi:
il cavo gira dietro la tracolla!
in questo modo, se il cavo si dovesse incastrare in qualcosa
o dovesse finire sotto un piede, anche tirandolo esso non si staccherà
dal jack, perché scarica la tensione sul bottone della tracolla. non
solo, ma in questo modo non sforziamo il connettore durante lo strattone, e
le saldature al suo interno non subiranno movimenti nè oscillazioni.
se poi ci abituiamo all'idea che esistono cavi con connettori angolati, eviteremo
di avere un "appiglio" creato dall'arco che il cavo compie nel tragitto
dal jack al bottone della tracolla, e con esso anche il rischio di rimanere
impigliati col cavo nei mille appigli che compaiono non appena si sale sul palco
(aste della batteria, aste dei microfoni, gamba-tesa del bassista, mani del
pubblico del gentil sesso che ci vogliono agguantare ecc).
consiglio l'uso di cavi con connettori angolati soprattutto a chi suona Gibson/Epiphone SG, bassi Fender/Squier Precision o Jazz, e tutti quegli strumenti che hanno la presa jack sul top della chitarra in perpendicolare (quindi le prese jack tipo Stratocaster sono escluse in quanto non perpendicolari al top). con un connettore angolato eviteremo di avere un cavo che parte in perpendicolare dal top fino a dietro la tracolla, cioè una enorme e comodissima maniglia per la sfiga da palco. la regola è evitare il più possible qualsiasi tipo di appiglio, non dobbiamo dare adito ad alcunchè di potersi "agganciare" a noi o alla nostra chitarra.
non dimentichiamoci un particolare importante e poco conosciuto:
il cavo-cassa, cioè quello che collega il nostro ampli o testata con
la cassa, deve essere di tipo diverso da un normale cavo da chitarra. il cavo-cassa
è sprovvisto di calza per la messa a terra, ed è sempre piuttosto
grosso e robusto, ben più di un cavo da chitarra.
un'ultima cosa, che a questo punto dovremmo già sapere: i cavi-cassa
e i cavi del rack devono essere il più corto possibile, e devono essere
fissati in qualche modo alle pareti interne del rack, onde evitare i movimenti
e le oscillazioni durante il trasporto, i quali, a lungo andare, indeboliscono
e rompono le saldature dei connettori. ovviamente non dimentichiamoci di procurarci
molti cavi di scorta, corti, robusti e nuovi, e anche una buona dose di fusibili,
non si sa mai.
dettaglio trascuratissimo, spesso snobbato da chi si atteggia
a rockstar: la tracolla. qui troviamo
un paragrafo dedicato all'installazione di sistemi di sicurezza, ma se proprio
non vogliamo spendere 12 miseri euro per salvarne centinaia, a volte migliaia,
o quanto ne vale la nostra chitarra, allora scrolliamo il paragrafo (sempre
qui) fino in fondo e consideriamo lo StrapLock fatto in casa. se invece abbiamo
già un sistema StrapLock installato ma le viti si sfilano dalla chitarra
durante l'uso, usiamo il trick dello stuzzicadenti (da qualche parte ancora qui).
inoltre evitiamo assolutamente di avere una tracolla vecchia, sdrucita, con
le asole slabbrate e con le cuciture al limite della tenuta. credo che a nessuno
di noi farebbe piacere, mentre suoniamo, sentire la chitarra sfuggirci dalle
mani per cadere inesorabilmente sul pavimento, con conseguenti (e meritatissime)
grasse risate da parte di tutti, un po' meno da parte di chi suona con
noi e ancora meno da parte nostra. insomma, spendiamoli questi 8-10 euro per
una tracolla nuova, e che sarà mai, sù...
dobbiamo sempre tenere presente che i materiali si consumano:
se un cavo costa 100 euro al millimetro non significa che sarà indistruttibile
in eterno: se lo pestiamo, lo annodiamo, lo strattoniamo e lo estraiamo dalla
presa tirandolo per la guaina anzichè per il connettore, prima o poi
si rompe. quindi evitiamo il più possibile di tenere i cavi tra i piedi
mentre suoniamo. piuttosto stendiamoli facendogli compiere un itinerario il
più possibile al di fuori della portata dei nostri e altrui piedi, soprattutto
quelli che collegano pedaliera e ampli, magari fissandoli al palco con nastro
telato. dobbiamo essere liberi di spostarci e saltare sul palco. ciò
non significa che dobbiamo usare cavi da 500 metri, giusto?
evitiamo di aggrovigliare i cavetti sulla pedaliera, sopra e sotto i pedali.
compriamo cavetti corti e fissiamoli alla pedaliera in modo che siano al di
fuori della portata delle nostre pedate.
evitiamo di accumulare unità rack una sopra l'altra senza fissarle in
un case: senza accorgercene ci sposteremo di un metro in avanti e ci tireremo
dietro il preampli, il quale si trascinerà dietro il multieffetti il
quale si trascinerà dietro il finale, il quale si trascinerà dietro
una figura barbina davanti a tutti, bestemmie, e soldi per riparare ai danni...
evitiamo, evitiamo.
inoltre evitiamo di infilare il cavo nel rack dritto come arriva dalla chitarra.
facciamogli fare un giro dietro o di fianco al rack, magari facendolo passare
in una qualche maniglia del case o della cassa, prima o poi qualche appiglio
lo troveremo. in questo modo, se inavvertitamente tiriamo il cavo, questo non
si scollegherà dal rack.
evitiamo anche di tenere sempre tutto acceso dopo che abbiamo finito di suonare.
capisco che faccia figo (perché poi?) ma può essere causa di danni,
oltre a non servire nella maniera più assoluta tenere l'ampli o la testata
accesi, soprattutto se valvolari: i socket delle valvole, durante l'uso, sono
roventi e ogni minimo movimento potrebbe deformarli, anche se impercettibilmente.
quindi appena finiamo di suonare spegnamo tutto, anche la pedaliera o i pedalini,
se ne abbiamo, e facciamo passare una buona ventina di minuti prima di spostare
ampli o testata valvolare.
evitiamo di salire sul palco con solo una chitarra, dobbiamo sempre averne una
di riserva. ed evitiamo di tenere quella di riserva chiusa dentro la custodia,
magari neanche accordata: la seconda chitarra deve sempre stare nei paraggi,
fresca, accordata e pronta per sostituire la prima in caso di problemi. attenzione
a come stendiamo la tracolla nello stand della seconda chitarra, a volte si
vedono veri e propri spettacoli esilaranti, con tracolla incastrata sotto lo
stand, cavo che si impiglia ovunque, chitarra che cade dallo stand ecc...
se abbiamo un sistema wireless, attacchiamo il trasmettitore saldamente alla
tracolla con nastro telato (almeno un giro completo, sù...) e per evitare
di lasciarlo in balìa di colpi accidentali e infiltrazioni di sudore,
prendiamo un polsino, possibilmente doppia lunghezza, e avvolgiamoglielo intorno.
un buon trucchetto che costa il giusto. infine, evitiamo di appoggiare la chitarra
alla cassa della batteria: prima o poi cadrà inesorabilmente, e zàkkete!
eccoti la scheggiatura sulla paletta, la meccanica stile Gibson piegata, o peggio,
sottile crepa tra manico e paletta, o peggio, paletta e manico... due pezzi
separati. compriamoci uno stand, e che sarà mai...
come detto precedentemente, spegniamo sempre tutto dopo aver
suonato, e attendiamo una ventina di minuti prima di spostare ampli o testata
valvolare. la chitarra invece va asciugata insistentemente, non accontentiamoci
di sbatterla nella custodia. piuttosto procuriamoci dei panni morbidi e asciutti,
e asciughiamo la chitarra nei punti più a rischio, ovvero le corde, il
ponte e la zona intorno ai controlli.
le corde vanno asciugate tutte e per tutta la loro lunghezza, sia sopra che,
soprattutto, sotto. infiliamo il panno sotto una corda e facciamolo scorrere
avanti e indietro più volte. poi con un lembo asciutto del panno, asciughiamo
il ponte, soprattutto la zona dove appoggiamo il palmo e le sellette. evitiamo
di spruzzare prodotti cosiddetti specifici direttamente sul sudore. il nostro
fine è prima asciugare, poi "lavare", se vogliamo, coi prodotti.
sarebbe un po' come darsi il profumo senza essersi lavati prima. ora non
dimentichiamoci di asciugare i pickups e il corpo della chitarra, soprattutto
in zona controlli, dai quali il sudore penetra, e anche il retro del manico
e la placca di giunzione manico-corpo.
un trick che prolungherà la vita delle nostre corde e della nostra tastiera:
sdraiamo la chitarra nella custodia, ripieghiamo il panno a mò di rettangolo
allungato, infiliamolo tra corde e tastiera e chiudiamo la custodia. il panno
avrà tutto il tempo di assorbire ciò che noi non siamo riusciti
ad asciugare e anche l'eventuale umidità. se abbiamo un altro panno infiliamolo
tra corde e pickup. infine, nel chiudere la custodia, evitiamo di stendere la
tracolla sopra la chitarra, sul top e sulle corde, perché nel chiudere
la custodia essa premerà la tracolla sulla chitarra. se proprio non vogliamo
togliere la tracolla, stendiamola lungo il lato della chitarra.
tutta questa serie di suggerimenti ci aiuterà ad elevare la professionalità
e la qualità della nostra performance e a prolungare la vita della nostra
strumentazione. consideriamo che i "famosi" hanno a disposizione più
strumenti da usare durante un live, ognuno dei quali dovrà affrontare
sì e no 3 o 4 canzoni, e tra ogni canzone viene accuratamente ritirato
da un tecnico preparato che lo asciuga, lo rinfresca e lo riaccorda. noi invece
dobbiamo arrangiarci con le due chitarre che abbiamo (se va bene) e dobbiamo
farlo da soli. quindi rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro. dopotutto,
queste precauzioni costano niente e non comportano stress e fatiche, quindi
finchè possiamo...
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