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setup su ponte tremolo Wilkinson VSVG by Gotoh (6 viti)
ponte Wilkinson VSVG by Gotoh
si consiglia di seguire la procedura in questo ordine (cliccare sulla voce desiderata per accederci):
• cambio
corde
• truss-rod/curvatura
manico
• assetto ponte
• action
• intonazione
• assetto pickups
• accordatura/check
finale
• eliminare il gioco della
leva
la prima cosa da fare sempre nel caso avessimo acquistato una chitarra, nuova o usata, è cambiare le corde, anche se sembrano nuove. le corde che troviamo su una chitarra usata non sono affidabili e non suoneranno mai come fossero nuove. questo vale anche per le chitarre nuove, in quanto le corde montate di fabbrica, per ovvie ragioni di taglio sui costi, sono sempre di scarsa qualità e sono installate su una chitarra rimasta in vetrina per mesi, se non per anni, e provate da tante mani sudaticce. inoltre sono concepite appositamente per rimanere sempre lucide senza accumulare patine di ossido. in pratica sembrano nuove ma sono marce. quindi, nuova o usata, cambiamo le corde, in fondo 7 o 8 euro non sono poi la fine del mondo.
il montaggio delle corde è sempre una cosa un po' personale, ci sono vari metodi per avvolgere e annodare la corda intorno al perno, ognuno ha il suo. in questo caso però prenderemo in esame l'incordatura su meccaniche bloccanti, nella fattispecie Schaller, in quanto quasi obbligatorie in presenza di ponte Wilkinson, e presenti sul 99% delle chitarre che montano tale ponte. ma vediamo come eseguire un cambio-corde su meccaniche autobloccanti:
attrezzi
- tronchesini
- accordatore
- avvolgi-corda (facoltativo)
1
sdraiamo la chitarra su un piano, a faccia in sù, con un rialzo sotto
il manico in modo che stia sollevato. il corpo deve stare a destra e il manico
a sinistra:
prima di incordare, però, diamo una stretta alle boccole delle meccaniche, alle viti delle chiavette e alle viti di fissaggio del bloccacorde:
2
poi procediamo con l'incordatura. prendiamo la corda nuova e infiliamola nel
foro sotto il blocco del tremolo...
prendiamo l'estremità che fa capolino fuori dalla selletta...
3
infiliamo la corda nel foro del relativo perno, e mentre con la mano sinistra
la teniamo tirata, con la destra blocchiamo la corda girando la rotella della
meccanica in senso antiorario guardando l'operazione come in foto qui sopra.
4
una volta bloccata la corda nel perno, accorciamola con un tronchesino e cominciamo
ad accordarla...
se abbiamo tirato la corda nel bloccarla, essa non dovrebbe compiere più di mezzo giro intorno al perno. di più è superfluo, e comunque evitiamo le sovrapposizioni. il minor numero di giri possibile è uno dei punti forti delle meccaniche autobloccanti, in quanto si evitano assestamenti della corda nel tempo, e quindi si evitano scordature a sorpresa.
5
ripetiamo per tutte le corde e accordiamo il tutto. poi lasciamo il manico stabilizzarsi
qualche minuto, dopodichè ricontrolliamo ed eventualmente ritocchiamo
l'accordatura.
attrezzi
- chiave a brugola (truss-rod alla paletta: 1/8"
se USA; 3/16" se Mexico)
- cacciavite a croce, medio (truss-rod al body)
il truss-rod (non truss-road!) è l'elemento fondamentale
per un buon setup. pochi sanno cos'è e a cosa serve, vediamolo insieme:
il truss-rod (truss = trave; rod = barra) è una barra di acciaio che
corre assialmente all'interno del manico per quasi tutta la sua lunghezza, lo
rinforza e soprattutto ne regola la curvatura. la curvatura del manico è
assolutamente fondamentale per ottenere un buon setup. è importante che
il manico sia perfettamente dritto per una ottima action (anche se in alcuni
casi è necessaria una lievissima curvatura).
il truss-rod va regolato quando il manico, causa umidità e temperatura
critiche, raggiunge una curvatura eccessiva, che sia essa in avanti (up-bow)
o indietro (back-bow).
a seconda del tipo di curvatura che il nostro manico presenta, il truss-rod agisce su di essa tirando o rilasciando il manico. esso va regolato tramite un bullone che troviamo sulla paletta, spesso coperto da un coperchietto, in gergo: nut. può anche essere un semplice foro scoperto, o una rotellina all'inizio del manico, dipende dal modello. vediamo come stabilire se il manico è dritto o curvo:
1
con la sinistra premiamo il Mi Basso al primo tasto e col pollice destro premiamo
sui tasti in zona attaccatura manico (16°-18°, vedi foto sotto). così
facendo, la corda agirà come una riga dritta alla quale comparare la
curvatura del manico.
2
fatto ciò, aguzziamo la vista e guardiamo quanto spazio intercorre tra
la corda (meglio: il "sotto" della corda) e la sommità dei
tasti di metallo (o capotasti) nella zona centrale della tastiera, diciamo circa
all'altezza del 10mo tasto. aiutiamoci con il dito medio destro, come in foto
sopra: se tra corda e tasto di metallo corre meno di 1mm (meno dello spessore
di una carta di credito) allora il nostro manico è perfetto e possiamo
saltare direttamente al paragrafo "action"; se invece tra corda e
tasto corre 1mm o più, il nostro manico è un po' troppo curvo
verso l'alto (up-bow). oppure, se la corda dovesse fare contatto su tutti i
tasti, dal primo all'ultimo, allora il nostro manico è troppo curvato
verso il basso (back-bow). in questi casi proseguiamo al punto 3.
3
su chitarre Fender Vintage o Reissue, a seconda del modello, il truss-rod si
regola o dalla paletta o dal body:
truss-rod alla paletta.
truss-rod al body.
nel primo caso basta munirsi di chiave a brugola (1/8" se USA; 3/16" se Mexico). nel secondo malaugurato caso dobbiamo accedere alla vite di regolazione che sfortunatamente si trova sul fronte del manico, sotto la mascherina proprio a ridosso del pickup al manico. e per accederci dobbiamo scordare le corde, svitare le 4 viti di fissaggio del manico dietro l'attacco, staccare il manico dal corpo, regolare la vite con un cacciavite a croce o piatto, ri-infilare il manico in sede, avvitare e riaccordare. a volte però può bastare semplicemente svitare le 4 viti non completamente, cioè farle fuoriuscire di circa 1cm, piegare il manico quel tanto che basta per esporre la vite del truss-rod, mantenendo comunque il manico in sede, e operare le regolazioni. non sembra ma è più veloce.
> attenzione: le regolazioni che seguono vanno considerate come se il truss-rod (il bullone) puntasse verso di noi! <
a sinistra truss-rod alla paletta; a destra truss-rod al body.
in caso di up-bow prendiamo un cacciavite (in caso di truss-rod al body) o una chiave a brugola della misura giusta (1/8" se USA; 3/16" se Mexico), infiliamola nel foro del truss-rod e diamo un sesto di giro in senso orario. nel caso di back-bow invece diamo un sesto di giro in senso anti-orario. ovviamente il sesto di giro non deve essere preso col goniometro, si va ad occhio. mi si chiede spesso qual čè il senso orario o anti-orario (ebbene sì), e allora ecco uno schema che penso sia piuttosto chiaro:
regolazione in senso orario.
a sinistra truss-rod alla paletta; a destra truss-rod al body.
regolazione in senso anti-orario.
a sinistra truss-rod alla paletta; a destra truss-rod al body.
4
dopo aver lasciato il manico assestarsi qualche secondo, controlliamo di nuovo
la curvatura: se il sesto di giro non è bastato, diamone un altro sesto,
o un dodicesimo (equivale ai 5 minuti nel quadrante dell'orologio). dopodichè
lasciamolo ri-assestarsi per qualche minuto. una volta raggiunta la curvatura
perfetta del manico, passiamo alla regolazione dell'assetto del ponte.
attrezzi
- cacciavite a croce grande
altro passaggio importante, anche l'assetto del ponte determina la suonabilità generale dello strumento. prima di accingerci a regolare l'assetto del ponte però, è necessario accertarsi che le 6 viti di fissaggio non siano troppo avvitate o troppo svitate. dobbiamo regolarle in modo che la testa di ciascuna vite sia staccata dalla piastra-base di circa 1mm. per fare ciò basta avvitare o svitare con un cacciavite a croce grande:
per questo tipo di ponte, che solitamente viene scelto per poter affrontare un discreto uso della leva, consiglio di montare solo le due viti esterne. questo permette al ponte di basculare con molto meno attrito, quindi molte meno probabilità di incontrare problemi di scordatura. una volta sicuri che le 2 viti siano ben regolate, procediamo con l'assetto del ponte.
il ponte tremolo Wilkinson VSVG by Gotoh lo si può settare in due modi: flat o fluttuante. l'assetto flat (piatto, appoggiato) è il più semplice, veloce e meno problematico dei due, e permette di alterare la nota solo verso il basso. l'assetto fluttuante è meno immediato (pur comunque rimanendo piuttosto facile da ottenere) ma permette di alterare la nota anche verso l'alto, pur se di poco:
assetto flat su ponte Wilkinson VSVG by Gotoh:
la piastra-base può solo alzarsi (abbassando la leva).
assetto fluttuante su ponte Wilkinson VSVG by
Gotoh:
la piastra-base può sia alzarsi che abbassarsi.
per regolare l'assetto su ponte Wilkinson VSVG by Gotoh, si agisce sulle due viti che ancorano la piastra delle molle nel retro del body.
assetto flat
l'assetto flat consiste nel far sì che la piastra del ponte rimanga sempre
ben premuta contro il top della chitarra. ciò permette di eseguire bending
senza causare la scordatura delle corde non "bendate" (tirate con
bending), e aiuta la chitarra a mantenere l'accordatura anche in seguito a rottura
di corde. inoltre aiuta la vibrazione delle corde a scaricarsi maggiormente
sul corpo della chitarra, aumentando volume e sustain, anche se in modo piuttosto
leggero.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare
alla piastra-base: se non è ben premuta contro il top della chitarra,
prendiamo un cacciavite a croce medio, e diamo uno o più giri in senso
orario alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle.
avvitiamo fin quando la piastra-base viene a contatto col top della chitarra.
le 2 viti che fissano la piastra-base al top vanno regolate quasi a contatto
con essa. il "quasi" lo si determina facilmente: prendiamo per esempio
la vite sotto la corda del Mi basso, avvitiamola fin quando vediamo la coda
della piastra-base sollevarsi dal top, basta proprio un accenno di movimento
per capire che la testa della vite ha toccato la piastra-base. a questo punto
torniamo indietro, cioè svitiamo lentamente fin quando la piastra-base
torna appoggiata al top, e a quel punto diamo un altro giro in senso antiorario,
per assicurarci che la testa della vite sia staccata dalla piastra-base. più
facile a farsi che a dirsi. ripetiamo per l'altra vite. ciò eviterà
il contatto, e quindi l'interferenza tra le teste delle viti e la piastra-base
quando essa si alza durante l'uso della leva. meno contatti, meno attriti, meno
interferenze tra i punti di contatto e le parti in movimento significano meno
problemi di scordatura.
2
ri-accordiamo e proviamo: ora abbiamo la possibilità di rendere il bending
più morbido o più rigido: più morbido svitando ulteriormente
le due viti di ancoraggio della piastra-molle, quel tanto che basta per mantenere
la piasta del ponte appena appoggiata sul top della chitarra. più rigido
avvitandole. si parla di variazioni minime, ma una buona mano lo noterà.
assetto fluttuante
l'assetto fluttuante, o sospeso, consiste nel settare il ponte con la coda rialzata
dal top della chitarra. ciò permette di eseguire leggeri vibrati non
solo in basso ma anche in alto col pitch, in stile David Gilmour. inoltre, il
ponte sospeso rende più morbida l'azione della leva, in quanto il ponte
si trova già in fase di elevazione rispetto al corpo.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare
alla piastra: se è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo
un cacciavite a croce medio-grande, e diamo uno o più giri in senso anti-orario
alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle.
svitiamo fin quando la coda della piastra-base del ponte si stacca letteralmente
dal corpo della chitarra. attenzione: non facciamola staccare più di
1mm, anzi, se è meno è meglio, perché poi dovremo riaccordare,
e riaccordando tireremo le corde, le quali alzeranno ulteriormente la coda.
2
ora che la coda si è alzata, le corde si saranno scordate, quindi ri-accordiamo.
noteremo che la coda del ponte si alzerà ulteriormente, perché
appunto stiamo tirando le corde, le quali a loro volta tirano la coda del ponte.
l'assetto ottimale esige che la distanza tra coda del ponte e corpo non superi
i 2mm circa. se nel nostro caso la distanza è superiore ai 2mm, diamo
mezzo giro in senso orario alle viti di ancoraggio della piastra-molle, e ri-accordiamo.
controlliamo, se il mezzo giro non è bastato, ripetiamo l'operazione
fin quando si raggiunge l'assetto giusto. è indispensabile avere molta
pazienza, è solo questione di tempo.
ricapitolando:
assetto flat
pro: massima stabilità di accordatura, minore
manutenzione richiesta, forse tono e sustain leggermente aumentati
contro: impossibilità di alzare la leva, leva
leggermente più dura in fase iniziale
assetto fluttuante
pro: possibilità di azionare la leva in entrambi
i sensi, leva leggermente più morbida in fase iniziale
contro: maggiore manutenzione richiesta in fase di
cambio-corde, forse tono e sustain meno presenti
attrezzi
- chiave a brugola
l'action è l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, più precisamente, la distanza che intercorre tra il "sotto" della corda e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti), generalmente misurata al 12° tasto.
è importantissimo sapere regolare l'action, perché
una action troppo alta può farci odiare lo strumento a prescindere da
tutto il resto.
l'action è una cosa totalmente personale, c'è chi la preferisce
alta, chi bassa, non c'è una soluzione migliore dell'altra. ovviamente
ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, vediamone alcuni:
action alta
pro: tono più grosso, sustain più lungo,
maggiore attacco e dinamica
contro: corde dure, bending e intonazione imprecisi
action bassa
pro: corde tenere, bending e intonazione precisi
contro: tono più sottile, sustain più
corto, minore attacco e dinamica
come vediamo, le due scelte hanno pro e contro perfettamente simmetrici. teniamo a mente che misureremo l'action al 12° tasto. per settare l'action su ponte Wilkinson VSVG by Gotoh, si agisce sull'altezza delle singole sellette, avvitando o svitando i due perni all'imbocco della corda:
vediamo come settare l'action a nostro piacimento:
1
posto che il manico sia dritto, ora proviamo la chitarra e stabiliamo se l'action
è troppo alta o troppo bassa per noi. dobbiamo considerare che mediamente
una action inferiore ai 2mm sul Mi Basso e inferiore a 1.5mm al Mi Cantino è
pericolosa, nel senso che le corde rischiano di frustare contro i tasti.
partiamo dal Mi basso: se l'action è troppo alta, scordiamo un po' la corda, prendiamo una brugola da 1.5mm e diamo un buon mezzo giro in senso
antiorario alle viti a brugola all'imbocco della corda in testa alla selletta.
ri-accordiamo e riproviamo il Mi basso. se il mezzo giro non dovesse bastare,
ripetiamo fino quando l'action ci soddisfa. mi raccomando: la corda non deve
frustare, quindi non esageriamo. se l'action invece è troppo bassa, procediamo
al contrario (mezzo giro in senso orario).
coi termini "friggere" o "frustare" si intende il rumore
metallico "zanzaroso" e nasale, tipo "zzziiinnng", che la
corda provoca se nel vibrare tocca uno o pių tasti. bastano veramente poche
frazioni di millimetro per far friggere/frustare una corda.
2
una volta impostata l'action del Mi basso, ripetiamo la stessa cosa sul Mi cantino.
premesso che ognuno deve settare la propria action personale, diciamo che un
buon setup di base esige i cantini più bassi delle corde grosse. questo
perché i cantini hanno molto meno bisogno di "aria" intorno
a sè per vibrare senza sbattere sui tasti, e anche perché molto
più comoda un'action bassa sulle corde che solitamente si usano per andare
in solo. ma ripeto, ognuno deve trovare la propria action personale.
3
una volta impostata l'action delle due corde esterne, procediamo col settare
l'arco delle corde rimanenti cercando di imporre alla linea delle sellette una
curvatura il più possibile simile alla bombatura della tastiera:
corde ad arco dritto: evitare!
corde a zig-zag: evitare!
corde ad arco corretto: ok!
cerchiamo anche di tenere ogni selletta orizzontale rispetto
al top della chitarra, per garantire a ciascuna di esse un perfetto appoggio
distribuito simmetricamente su entrambi i lati.
il mio consiglio, per chi cerca una action bassa, è quello di partire
con la selletta molto bassa, con la corda che frusta sui tasti, e mano a mano
alzarla di pochissimo fino quando la corda smette di frustare. diciamo che una
buona action medio-bassa dovrebbe aggirarsi sui 2.5mm al Mi Basso, e 2.0mm al
Mi Cantino, al 12° tasto. le misure sono da considerarsi puramente indicative,
non seguiamole mai alla lettera. poi tutto dipende da che tipo di tasti abbiamo
e da quanto (se e come) sono usurati, e da quanto pestiamo col plettro.
4
ora, riproviamo la chitarra lungo tutto il manico e su tutte le corde, suoniamo
note singole e lunghe col plettro con decisione, ma anche accordi in tutte le
posizioni. se l'action ci soddisfa e le corde non friggono in nessun tasto,
allora passiamo al settaggio dell'intonazione.
attrezzi
- utensile in dotazione col ponte Wilkinson VSVG by Gotoh
- brugola da 2mm
> NB: è obbligatorio regolare l'intonazione solamente dopo aver ottenuto il corretto assetto del ponte e l'action desiderata <
ò
da non confondere con "accordatura", l'intonazione, o anche "ottavatura", se ben settata, ci permette di suonare sempre accordati in qualsiasi posizione della tastiera. ogni corda, per suonare accordata lungo tutta la tastiera, necessita di una sua lunghezza precisa e diversa dalle altre corde. ciò è dovuto alla differenza di spessore tra le corde. nella fattispecie, più la corda è grossa, più deve essere lunga per suonare intonata lungo tutta la tastiera. si tratta comunque di pochi millimetri di differenza. ecco perché tutti i ponti (tranne sulle acustiche e sulle classiche), hanno una selletta individuale per ciascuna corda. per variare la lunghezza delle corde, si deve agire sulla posizione di ogni singola selletta. sul ponte Wilkinson VSVG by Gotoh, la regolazione dell'intonazione è resa estremamente facile e veloce, nonchè precisa, grazie all'utensile in dotazione col kit del ponte:
utensile in dotazione col kit Wilkinson VSVG by Gotoh.
questo attrezzo ci permette di regolare l'intonazione in tempo reale e senza scordare la corda. ciò taglia drasticamente i tempi e il numero di tentativi che di solito si è costretti a fare. il buon vecchio Trevor (Wilkinson) la sa lunga. ma vediamo passo-passo il procedimento:
avvitiamo l'utensile nel foro posteriore della selletta fin quando arriva a toccare la vite di fissaggio della stessa...
poi con la brugola da 2mm svitiamo la vite di fissaggio della selletta. ora la selletta è tenuta ferma solo dall'utensile, il quale ci permette però di farla scorrere avanti o indietro a seconda delle necessità di regolazione. ovvero:
svita l'utensile in senso antiorario = selletta avanti
avvita l'utensile in senso orario = selletta indietro
ecco come regolare le sellette:
accordiamo la chitarra, poi partiamo dal Mi basso (o comunque la prima corda grossa) e controlliamo l'intonazione suonandolo un'ottava sopra. se la nota letta dall'accordatore è crescente rispetto alla nota della corda suonata a vuoto, la selletta va spostata indietro, più lontana dal manico; al contrario, se la nota è calante, la selletta va spostata in avanti, verso il manico. in sintesi:
nota crescente > selletta indietro
nota calante > selletta avanti
sul "quanto" spostare avanti o indietro le sellette, si va a occhio, comunque consiglierei non più di 2mm alla volta. per evitare perdite di tempo e di pazienza, consiglio di intonare una corda (per esempio, il Mi Basso) e, partendo dalla posizione corretta di questa selletta, posizionare le altre seguendo la disposizione come nella foto qui sotto:
ovvero, partendo dal Mi basso, la prima selletta a sinistra, settato tutto indietro (qui ho tolto anche la molla per guadagnare qualche millimetro, accade spessissimo di doverlo fare, ma attenzione che la vite non vada a cozzare contro la corda), procediamo con le rimanenti, settandole man mano più avanti, di poco, circa 1mm o 1.5mm max di dislivello dalla precedente. poi la quarta selletta (Sol), la settiamo pari alla seconda (La), e ricominciamo come prima. ci troveremo con due gruppi di tre sellette ciascuno, a scalare: il primo, delle corde grosse, e il secondo, delle corde sottili, settato un passo indietro rispetto alla selletta del Re. ogni gruppo di sellette comunque mantiene lo stesso pattern, cioè le sellette scalano man mano più vicino al manico. ciò facilita e velocizza molto la procedura. ora riaccordiamo e controlliamo l'intonazione. teniamo presente che la perfezione assoluta non è raggiungibile, la chitarra è legno che si muove, si ritira e si rilascia con l'umidità, con dei tasti incastonati i quali hanno una superficie curva che con l'usura perde l'arco perfetto e il punto esatto di contatto con la corda, inoltre le nostre dita non possono esercitare la stessa identica pressione tutte le volte, e basta pochissimo per variare la lettura dell'accordatura. quindi non è possibile ottenere un'intonazione assolutamente perfetta su tutti i tasti. cerchiamo di essere un po' elastici, anche perché l'orecchio ha diversi limiti rispetto all'accordatore, e certe imperfezioni non le coglie. a sua volta però l'accordatore non è in grado di sentire la naturalezza e la rotondità dell'accordatura imperfetta, quindi sta a noi decidere se tenere un'accordatura pressochè perfetta, oppure arrotondata per il nostro orecchio.
un trucchetto che uso sempre è quello di suonare classici bicordi o tricordi "metal" sulle corde basse, con suono distorto, nella zona centrale del manico e anche sulla seconda ottava. se il bicordo ha quel mordente, quel ringhio tipico che deve avere allora siamo intonati (almeno le corde basse). se il bicordo non ha il ringhio, ma al contrario, è dissonante, cerchiamo di capire quale delle due corde (appunto del bicordo) deve essere tirata o mollata, facendo più pressione su una corda o sull'altra mentre suoniamo. per esempio, se ottengo il ringhio facendo pressione sulla quinta con l'anulare, significa che la corda in cui suono la quinta deve essere tirata, cioè la selletta va spostata in avanti, oppure la selletta dell'altra corda va spostata indietro, a seconda. e così via...
attrezzi
- cacciavite a croce o piatto piccolo
- un buon orecchio
anche l'assetto dei pickups contribuisce a un ottimo rendimento della chitarra.
un pickup non è altro che un microfono, e la distanza di esso dalle corde
influisce sensibilmente sulla qualità del suono in uscita, non solo sul
volume. in particolare possiamo schematizzare il tutto in due diverse scuole
di pensiero:
pickup vicino alla corda
pro: volume maggiore, sustain leggermente pių lungo
contro: suono pulito difficilmente ottenibile, minore
definizione, vibrazione non naturale delle corde
pickup distante dalla corda
pro: suono pulito più facilmente ottenibile,
maggiore definizione, vibrazione naturale delle corde
contro: volume minore, sustain leggermente più
corto
detto questo, si possono stilare alcune regole generali:
a) teniamo i pickups non troppo vicini alle corde
b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano che ci si avvicina
al manico
c) incliniamo i pickups dal lato dei bassi o dei cantini, a seconda delle necessità
ora vediamole in dettaglio:
a) teniamo i pickups non troppo vicini alle
corde
non serve tenere il pickup vicinissimo alle corde se vogliamo ottenere un suono
più grosso. o meglio, può servire, ma i "contro" sono
tanti e tali che si rischia di compromettere la bellezza e naturalezza del suono.
per ottenere un suono più grosso possiamo optare per altre soluzioni,
per esempio l'uso di corde di spessore maggiore, o l'uso corretto dell'equalizzazione
dell'ampli.
per trovare la giusta altezza generale, partiamo dal pickup al ponte, settiamolo
abbastanza vicino alle corde (esempio: circa 3mm di distanza), amplifichiamo
la chitarra e suoniamola col suono più pulito possibile dall'amplificatore.
suoniamo accordi potenti e bicordi a volume deciso: se la chitarra satura, anche
solo appena percettibilimente, allontaniamo il pickup. ripetiamo l'operazione
fino a quando la chitarra smette di saturare. oppure al contrario, avviciniamo
il pickup fin quando inizia a saturare, a quel punto torniamo indietro di un
passo. quella è la giusta distanza dalle corde. non badiamo alle misure
che leggiamo nei siti delle case costruttrici: non esiste una misura precisa
per alcuna chitarra e alcun pickup.
b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano
che ci si avvicina al manico
la corda vibra con ampiezza maggiore al suo centro, e maggiore ampiezza si traduce
in maggiore volume. quindi se noi teniamo i tutti pickups alla stessa distanza,
ci troveremo con il pickup al manico che esce con un volume doppio di quello
del pickup al ponte. dobbiamo cercare di ottenere il massimo equilibrio di volume
tra i pickups.
una volta trovata la giusta altezza del pickup al ponte, lo useremo come "guida"
per gli altri, ovvero: settiamo il pickup al manico a un'altezza tale che, switchando
tra questo e quello al ponte, il volume non subisca notevoli sbalzi, sia in
alto che in basso. non facciamoci ingannare dalla corposità del suono
del pickup al manico, dobbiamo concentrarci sul mero volume. facciamo la stessa
cosa col pickup centrale (se c'è). supponendo di avere tutti i pickups
di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente con
i pickups settati così:
c) incliniamo i pickups
a seconda di dove è posizionato, il pickup capta esattamente ciò
che sente, quindi, per esempio, il pickup al ponte capterà un suono più
definito e tagliente, quello al manico capterà un suono più caldo
e pastoso. a volte questa caratteristica ha degli effetti leggermente sgradevoli
in quanto troppo udibili. per esempio, il pickup al ponte potrebbe suonare troppo
nasale e squillante, addirittura fastidioso. quello al manico potrebbe avere
troppi bassi e risultare quindi troppo ovattato e ridondante. per ovviare a
ciò, sfruttiamo la possibilità dei pickups di essere inclinati,
ovvero di essere avvicinati o allontanati dal pickup solo su un lato di essi.
se desideriamo più frequenze basse e meno frequenze alte sul pickup al
ponte, agiamo sulle due viti (a volte tre), poste in vicinanza dei suoi lati
esterni: avvitare per alzare il pickup; svitare per abbassare il pickup (nei
pickups direttamente avvitati al body č il contrario). in questo caso incliniamolo
in modo che sia più vicino sul lato delle corde basse, e più lontano
dalle corde alte. faremo l'inverso sul pickup al manico, se desideriamo tagliare
un po' di ridondanza di frequenze basse. se abbiamo un pickup centrale,
generalmente potremmo lasciarlo parallelo al corpo in quanto quella posizione
è il giusto compromesso tra manico e ponte. supponendo di avere tutti
i pickups di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente
con i pickups settati come nello schema qui sotto (volutamente esagerato per
maggiore comprensione):
attrezzi
- accordatore
ora che abbiamo settato il manico, l'action e l'intonazione,
non rimane che accordare. prima di accordare, ricordiamoci di fare una cosa
molto importante: stiriamo le corde!
accordiamo il tutto e stiriamo le corde, una per volta con decisione, ma senza
esagerare e senza dare strattoni forti. infiliamo indice, medio e anulare sotto
la corda, allontaniamola dalla chitarra di 2 o 3 cm, e, mantenendo tale distanza,
facciamo scivolare la mano lungo tutta la corda, dal ponte al capotasto.
stirandole, le corde possono perdere diversi toni, quindi riaccordiamole e ristiriamole, e ripetiamo fin quando l'accordatura tiene. quasi mai l'accordatura tiene alla perfezione anche dopo ore di stiramento, quindi non aspettiamoci la perfezione assoluta. in ogni caso, se non facciamo questa operazione, la chitarra si scorderà dopo pochi accordi o addirittura anche un solo bending, e nonostante noi la riaccordiamo, lei si scorderà sempre, anche dopo giorni e giorni che la suoniamo. quindi è assolutamente importante stirare le corde. per un approfondimento sul discorso, clicchiamo qui.
esistono vari modi per accordare una chitarra, io ne conosco
3: accordatura a vuoto, accordatura al sesto tasto premuto e accordatura con
armonici artificiali. ognuno ha le proprie abitudini e le proprie preferenze,
io personalmente non prediligo quella con armonici artificiali per un motivo
ben preciso: l'armonico viene generato senza premere il tasto, ed è proprio
qui il punto, cioè, quando io accordo devo simulare il più possibile
la posizione della corda e la pressione delle dita come quando suono normalmente.
ora, se io genero un armonico al sesto tasto, non sto simulando niente di ciò
che faccio quando suono, e la differenza si sente. per non parlare della pressione
delle dita, che può alterare il pitch anche di un quarto o un terzo di
tono, a volte, e ciò non è ammissibile.
per questo io consiglio di accordare usando l'accordatura a vuoto al capotasto.
un altro metodo che aggiungo a questo, è quello di usare l'orecchio e
suonare bicordi sulle corde Mi Basso, La e Re, e anche le corde a vuoto del
Si e Mi Cantino: il tutto con un suono distorto. la distorsione aiuta moltissimo
a intercettare frequenze irregolari e dissonanze tra le corde, e di conseguenza,
le si trovano e correggono con molta facilità. ciò vale anche,
e soprattutto, per l'intonazione. ricordiamoci, inoltre, di non accordare con
la chitarra sdraiata, perché il manico, appoggiato in quella posizione
su un supporto, subisce una certa flessione, la quale falsa l'accordatura, anche
se di poco. quindi accordiamola stando in piedi con la chitarra a tracolla,
o a sedere, ma sempre con la chitarra posta di lato.
ora verifichiamo l'accordatura lungo tutto il manico, facciamo diversi bending
molto ampi, senza esagerare, ed eventualmente riaccordiamo.
attrezzi
- brugola da 1.5mm
il ponte Wilkinson VSVG by Gotoh è provvisto di una piccola vite a brugola atta a tenere la leva ben salda in sede ed eliminarne il classico "gioco". questa vite è posta sotto la piastra-base del ponte, sul blocco delle molle dietro il foro di inserimento della leva:
per accederci dobbiamo abbassare la leva, come un normale divebomb, e contemporaneamente infiliare la chiave a brugola da 1.5mm e stringere o allentare, a seconda:
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