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setup su ponte Ibanez SAT Pro e SAT Pro II
ponte Ibanez SAT Pro, installato su modelli Ibanez SA.
si consiglia di seguire la procedura in questo ordine (cliccare sulla voce desiderata per accederci):
• cambio-corde
• truss-rod/curvatura manico
• assetto ponte
• action
• intonazione
• assetto pickups
• accordatura/check finale
la prima cosa da fare sempre nel caso avessimo acquistato una chitarra, nuova o usata, è cambiare le corde, anche se sembrano nuove. le corde che troviamo su una chitarra usata non sono affidabili e non suoneranno mai come fossero nuove. questo vale anche per le chitarre nuove, in quanto le corde montate di fabbrica, per ovvie ragioni di taglio sui costi, sono sempre di scarsa qualità e sono installate su una chitarra rimasta in vetrina per mesi, se non per anni, e provate da tante mani sudaticce. inoltre sono concepite appositamente per rimanere sempre lucide senza accumulare patine di ossido. in pratica sembrano nuove ma sono marce. quindi, nuova o usata, cambiamo le corde, in fondo 7 o 8 euro non sono poi la fine del mondo.
il montaggio delle corde è sempre una cosa un po' personale,
ci sono vari metodi per avvolgere e annodare la corda intorno al perno, ognuno
ha il suo. c'è chi si sbizzarrisce in improbabili (e spesso inutili)
nodi in stile marinaro, oppure c'è chi non taglia la corda, ma la avvolge
tutta intorno al perno, con risultati a mio parere piuttosto discutibili, oltre
che esteticamente inaccettabili.
non solo, ma ognuno può scegliere quanti giri far compiere alla corda
intorno al perno. c'è chi sostiene che meno è meglio, in quanto
la corda ha meno probabilità di subire slittamenti intorno al perno,
e c'è chi sostiene l'esatto contrario, ovvero: più giri = più
stabilità. io cerco di stare sulla via di mezzo, nè troppi nè
troppo pochi. generalmente ci sono due modi di cambiare le corde:
1- corda per corda
se la chitarra presenta già un assetto ottimale di ponte e manico, e
se non sentiamo la necessità di pulire la tastiera, sarebbe bene cambiare
le corde una per volta, ovvero: tolgo quella vecchia e metto quella nuova, e
così per tutte le corde. questo sistema ci permetterà di non alterare
nè l'angolazione del ponte nè la curvatura del manico, a patto
che le corde vecchie non fossero marce da mesi o che le corde nuove non siano
di spessore diverso e che manteniamo la stessa accordatura.
2 - cambio totale
nel caso in cui il setup sia da rifare e/o tastiera e/o hardware necessitino
di manutenzione. in questo caso togliamo tutte le corde, così da lasciare
campo libero per pulizie e lavori vari, poi incordiamo le nuove tutte insieme.
comunque vediamo un cambio-corde totale come esempio.
attrezzi
- pinze
- tronchesini
- accordatore
- avvolgi-corda
1
sdraiamo la chitarra su un piano, a faccia in sù, con un rialzo sotto
il manico in modo che stia sollevato. non appoggiamo la paletta, ma il manico
in prossimità del capotasto. sarà tutto molto pių naturale se
teniamo il corpo a destra e il manico a sinistra.
2
scordiamo del tutto la prima corda che scegliamo di cambiare, coi tronchesini
tagliamola in un punto a scelta ed estraiamo la porzione di corda rimasto attorcigliato
sul perno della meccanica. poi giriamo la chitarra a faccia in giù, svitiamo
la cover del vano-molle e togliamo la parte di corda rimasta infilata dentro
il ponte, spingendola da sopra il ponte ed estraendola dal foro situato nel
blocco del tremolo (quella sorta di piede al quale le molle sono agganciate).
se il pezzo di corda non esce da solo, spingiamolo da sopra il ponte, dall'estremità
che spunta dalla selletta. prima di incordare, però, controlliamo che
le boccole delle meccaniche siano ben strette. generalmente sono da 10mm:
stringiamo senza esagerare...
...e già che ci siamo stringiamo anche le viti
delle chiavette. tramite questa operazione
possiamo regolarne a piacimento la resistenza.
3
prendiamo la corda nuova e infiliamola nello stesso foro dal quale abbiamo appena
estratto la corda vecchia. infiliamola dall'estremità senza il pallino
(il pallino deve rimanere nel foro sotto il ponte per ancorare la corda). NON
provochiamo nella corda nuova curvature troppo strette o addirittura pieghe:
sono letali. ora infiliamo l'altra estremità nel perno relativo sulla
paletta, e tagliamola a circa 3-4cm aldilà di esso.
4
infiliamo la corda fino a quando l'estremità appena tagliata spunta di
circa 1cm dal perno, e mentre con una mano la teniamo in posizione, con l'altra
iniziamo ad avvolgerla. molto consigliato un avvolgi-corda.
lasciamo scorrere la corda tra le dita mentre si avvolge...
lasciamola girare su sè stessa per mezzo giro senza tirarla...
...dopo il mezzo giro, tiriamola verso il ponte. decisi, ma senza esagerare.
prima un giro sopra la punta che spunta...
...e gli altri giri sotto.
evitiamo nodi marinari e avvinghiamenti selvaggi della corda sul perno. se la corda arriva a fine perno e inizia a sovrapporsi a sè stessa, significa che è troppo lunga: dobbiamo evitare le sovrapposizioni. quindi, scordiamo la corda del tutto, tagliamone circa 1.5cm, ritocchiamo eventualmente l'accordatura e ripetiamo come prima.
5
ripetiamo per tutte le corde e accordiamo il tutto. poi lasciamo il manico stabilizzarsi
qualche minuto, dopodichè ricontrolliamo ed eventualmente ritocchiamo
l'accordatura.
attrezzi
- chiave a pipa da 7mm (chiave a brugola 5mm su JS)
il truss-rod (non truss-road!) è l'elemento fondamentale
per un buon setup. pochi sanno cos'è e a cosa serve, vediamolo insieme:
il truss-rod (truss = trave; rod = barra) è una barra di acciaio che
corre assialmente all'interno del manico per quasi tutta la sua lunghezza, lo
rinforza e soprattutto ne regola la curvatura. la curvatura del manico è
assolutamente fondamentale per ottenere un buon setup. è importante che
il manico sia perfettamente dritto per una ottima action (anche se in alcuni
casi è necessaria una lievissima curvatura).
il truss-rod va regolato quando il manico, causa umidità e temperatura
critiche, raggiunge una curvatura eccessiva, che sia essa in avanti (up-bow)
o indietro (back-bow).
a seconda del tipo di curvatura che il nostro manico presenta,
il truss-rod agisce su di essa tirando o rilasciando il manico.
esso va regolato tramite un bullone che troviamo sulla paletta, spesso coperto
da un coperchietto, in gergo: nut. può anche essere un semplice foro
scoperto, o una rotellina all'inizio del manico, dipende dal modello.
vediamo come stabilire se il manico è dritto o curvo:
1
con la sinistra premiamo il Mi Basso al primo tasto e col pollice destro premiamo
sui tasti in zona attaccatura manico (16°-18°, vedi foto sotto). così
facendo, la corda agirà come una riga dritta alla quale comparare la
curvatura del manico.
2
fatto ciò, aguzziamo la vista e guardiamo quanto spazio intercorre tra
la corda (meglio: il "sotto" della corda) e la sommità dei
tasti di metallo (o capotasti) nella zona centrale della tastiera, diciamo circa
all'altezza del 10mo tasto. aiutiamoci con il dito medio destro, come in foto
sopra: se tra corda e tasto di metallo corre meno di 1mm (meno dello spessore
di una carta di credito) allora il nostro manico è perfetto e possiamo
saltare direttamente al paragrafo "action"; se invece tra corda e
tasto corre 1mm o più, il nostro manico è un po' troppo curvo
verso l'alto (up-bow). oppure, se la corda dovesse fare contatto su tutti i
tasti, dal primo all'ultimo, allora il nostro manico è troppo curvato
verso il basso (back-bow). in questi casi proseguiamo al punto 3.
3
con un cacciavite svitiamo e asportiamo il coperchietto dalla paletta: troveremo
un bullone cilindrico con in testa l'invito esagonale per la chiave a brugola
da 5mm.
truss-rod su Ibanez SA e SAS
serve chiave a brugola 5mm.
> attenzione: le regolazioni che seguono vanno considerate come se il truss-rod (il bullone) puntasse verso di noi! <
in caso di up-bow prendiamo una chiave a brugola da 5mm, infiliamola nel bullone del truss-rod e diamo un sesto di giro in senso orario. nel caso di back-bow invece diamo un sesto di giro in senso anti-orario. ovviamente il sesto di giro non deve essere preso col goniometro, si va a occhio. mi si chiede spesso qual čè il senso orario o anti-orario (ebbene sì), e allora ecco uno schema che penso sia piuttosto chiaro:
regolazione in senso orario
regolazione in senso anti-orario
4
dopo aver lasciato il manico assestarsi, controlliamo di nuovo la curvatura:
se il sesto di giro non è bastato, diamone un altro sesto, o un dodicesimo
(equivale ai 5 minuti nel quadrante dell'orologio). dopodichè lasciamolo
ri-assestarsi per qualche minuto. una volta raggiunta la curvatura perfetta
del manico, passiamo al settaggio dell'action.
attrezzi
- cacciavite a croce medio
altro passaggio importante, anche l'assetto del ponte determina la suonabilità generale dello strumento. il ponte Ibanez SAT Pro lo si può settare in due modi: flat (appoggiato) o fluttuante (sospeso). l'assetto flat è il più semplice, veloce e meno problematico dei due. l'assetto fluttuante è meno immediato (pur comunque rimanendo piuttosto facile da ottenere) e permette di alterare il "pitch" della nota anche verso l'alto, anche se di poco. d'altronde parliamo di ponti tremolo tipo Fender, non Floyd Rose. partiamo dall'assetto flat:
assetto "flat" su ponte Ibanez SAT
Pro.
la piastra-base può solo alzarsi (abbassando la leva).
assetto flat su ponte Ibanez SAT Pro
l'assetto flat consiste nel far sì che la piastra del ponte rimanga sempre ben premuta contro il top della chitarra. ciò permette di eseguire bending senza causare la scordatura delle corde non 'bendate' (tirate con bending), e aiuta la chitarra a mantenere l'accordatura, anche in seguito a rottura di corde. inoltre aiuta la vibrazione delle corde a scaricarsi maggiormente sul corpo della chitarra, aumentando volume e sustain, anche se in modo piuttosto leggero.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare
alla piastra: se non è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo
un cacciavite a croce medio-grande, e diamo uno o più giri in senso orario
alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle.
avvitiamo fin quando la piastra del ponte viene a contatto col top della chitarra.
2
ri-accordiamo e proviamo: ora abbiamo la possibilità di rendere il bending
più morbido o più rigido: più morbido avvitando ulteriormente
le due viti di ancoraggio della piastra-molle, più rigido svitandole,
quel tanto che basta per mantenere la piasta del ponte premuta contro il top
della chitarra. ciò può sembrare un paradosso, ma basta considerare
che una molla aperta è più tenera di una molla chiusa, anche se
tira di più. quindi, vincere la tensione di una molla già aperta,
richiede meno forza rispetto a una molla chiusa. ecco perché, tirando
di più le molle del tremolo, il bending risulterà più morbido.
è chiaro che qui si parla di variazioni minime, ma una buona mano lo
noterà.
assetto fluttuante su ponte Ibanez SAT Pro
l'assetto fluttuante, o sospeso, consiste nel settare il ponte con la coda rialzata dal top della chitarra. ciò permette di eseguire leggeri vibrati anche in alto, come tonalità, in stile David Gilmour. inoltre, il ponte sospeso rende più morbida l'azione della leva, in quanto il ponte si trova già in fase di elevazione rispetto al corpo.
assetto fluttuante su ponte Ibanez SAT Pro (coda
rialzata):
la piastra-base può sia alzarsi che abbassarsi.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare
alla piastra: se è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo
un cacciavite a croce medio-grande, e diamo uno o più giri in senso anti-orario
alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle.
svitiamo fin quando la coda della piastra del ponte si stacca letteralmente
dal corpo della chitarra. attenzione: non facciamola staccare più di
1mm, anzi, se è meno è meglio.
2
ora ri-accordiamo. noteremo che la coda della piastra si alza ulteriormente.
l'assetto ottimale esige che la distanza tra coda del ponte e corpo non superi
i 2mm circa. se nel nostro caso la distanza è superiore ai 2mm, diamo
mezzo giro in senso orario alle viti di ancoraggio della piastra-molle, e ri-accordiamo.
controlliamo, se il mezzo giro non è bastato, ripetere l'operazione fin
quando si raggiunge l'assetto giusto. è indispensabile avere molta pazienza,
è solo questione di tempo.
ricapitolando:
assetto flat
pro: massima stabilità di accordatura anche
in caso di corda rotta, minore manutenzione richiesta, tono e sustain maggiorati.
contro: impossibilità di alzare la leva.
assetto fluttuante
pro: possibilità di azionare la leva in entrambi
i sensi, leva leggermente più morbida in fase iniziale.
contro: perdita totale di accordatura in caso di corda
rotta, maggiore manutenzione richiesta, tono e sustain meno enfatizzati.
attrezzi
- chiave a brugola 3mm
- chiave a brugola 1.5mm
l'action è l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, più precisamente, la distanza che intercorre tra il "sotto" della corda e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti), generalmente misurata al 12° tasto.
è importantissimo sapere regolare l'action, perché
una action troppo alta può farci odiare lo strumento a vita, a prescindere
da tutto il resto.
l'action è una cosa totalmente personale, c'è chi la preferisce
alta, chi bassa, non c'è una soluzione migliore dell'altra. ovviamente
ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, vediamone alcuni:
action alta
pro: tono più grosso, sustain più lungo,
maggiore attacco e dinamica
contro: corde dure, intonazione imprecisa
action bassa
pro: corde tenere, intonazione precisa
contro: tono più sottile, sustain più
corto, minore attacco e dinamica
come vediamo, le due scelte hanno pro e contro perfettamente simmetrici. teniamo a mente che misureremo l'action al 12° tasto. per settare l'action su ponte Ibanez SAT Pro si può agire sia sui due perni sui quali il ponte bascula (brugola 3.0mm), sia sull'altezza di ogni singola selletta (brugola 1.5mm). vediamo come:
1
posto che il manico sia dritto, ora proviamo la chitarra e stabiliamo se l'action
è troppo alta o troppo bassa per noi. dobbiamo considerare che mediamente
una action inferiore ai 2mm sul Mi Basso e inferiore a 1.5mm al Mi Cantino è
pericolosa, nel senso che le corde rischiano di frustare contro i tasti. se
l'action è troppo alta, prendiamo una chiave a brugola da 3mm e diamo
mezzo giro in senso orario a entrambi i perni (o solo uno, a seconda) contro
i quali il ponte bascula.
senso orario per abbassare il ponte (l'action)
senso anti-orario per alzare il ponte
ri-accordiamo e riproviamo la chitarra. se il mezzo giro non
dovesse bastare, ripetiamo fino quando l'action ci soddisfa. mi raccomando:
le corde non devono friggere, quindi non esageriamo.
se l'action invece è troppo bassa, procediamo al contrario (non più
di 1/4 di giro alla volta in senso anti-orario).
coi termini "friggere" o "frustare" si intende il rumore
metallico "zanzaroso" e nasale, tipo "zzziiinnng", che la
corda provoca se nel vibrare tocca uno o più tasti. bastano veramente
poche frazioni di millimetro per far friggere/frustare una corda. teniamo conto
che un minimo di sfrigolìo c'è sempre, ricordiamoci che si tratta
di metallo che sbatte contro metallo. se lo sfrigolìo dovesse diventare
invadente e persistente per tutta la durata della nota, allora preoccupiamoci.
nel caso si volesse mantenere il ponte in assetto flat, si può regolare l'action ètramite le singole sellette. ogni selletta nel ponte Ibanez SAT Pro è dotata di due viti a brugola (ai due lati della corda) che agiscono sull'altezza. più che altro queste viti dovrebbero essere usate per regolare l'arco delle corde, ma in questo caso si può fare un'eccezione. quindi se l'action è troppo alta, con la chiave a brugola da 1.5mm diamo 1/4 di giro in senso anti-orario a ognuna delle due viti a brugola sulla selletta:
senso anti-orario per abbassare la selletta (l'action)
senso orario per alzare la selletta
2
ora, dal momento che stiamo settando l'action è, cerchiamo di approfittarne
per imporre alla linea delle sellette una curvatura il più possibile
simile alla bombatura della tastiera. per ottenere un setup perfetto, bisognerebbe,
oltre ad avere le sellette arcuate come la tastiera, anche far sì che
mano a mano che si va verso le acute, l'action èsia sempre più
bassa. in pratica avremo le sellette arcuate come la tastiera, ma più
basse sulle acute (o più alte sulle basse). lo schema qui sotto rappresenta
il manico visto in sezione, con le corde. è visibilmente esagerato per
essere più chiaro:
corde ad arco dritto: evitare!
corde a zig-zag: evitare!
corde ad arco corretto: ok!
3
cerchiamo anche di tenere ogni selletta orizzontale rispetto al top della chitarra,
per garantire a ciascuna di esse un perfetto appoggio distribuito simmetricamente
su entrambi i lati.
il mio consiglio, per chi cerca una action bassa, è quello di partire
con la selletta molto bassa, con la corda che frigge, e mano a mano alzarla
di pochissimo fino quando la corda smette di friggere. diciamo che una buona
action medio-bassa dovrebbe aggirarsi sui 2.5mm al Mi Basso, e 2.0mm al Mi Cantino,
al 12° tasto. le misure sono da considerarsi puramente indicative,
non seguiamole mai alla lettera. poi tutto dipende da che tipo di tasti abbiamo
e da quanto (e come) sono usurati, nel caso di una chitarra usata.
4
ora, riproviamo la chitarra lungo tutto il manico e su tutte le corde, suoniamo
note singole e lunghe col plettro con decisione, ma anche accordi in tutte le
posizioni. se l'action ci soddisfa e le corde non friggono in nessun tasto,
allora passiamo al settaggio dell'intonazione.
attrezzi
- chiave a brugola 2mm
- chiave a brugola 1.5mm
- accordatore
- avvolgi-corda (facoltativo)
> NB: è obbligatorio regolare l'intonazione solamente dopo aver ottenuto il corretto assetto del ponte e l'action desiderata <
da non confondere con "accordatura", l'intonazione,
o anche "ottavatura", se ben settata, ci permette di suonare sempre
accordati in qualsiasi posizione della tastiera. ogni corda, per suonare accordata
lungo tutta la tastiera, necessita di una sua lunghezza precisa e diversa dalle
altre corde. ciò è dovuto alla differenza di spessore tra le corde.
nella fattispecie, più la corda è grossa, più deve essere
lunga per suonare intonata lungo tutta la tastiera. si tratta comunque di pochi
millimetri di differenza. ecco perché tutti i ponti (tranne sulle acustiche
e sulle classiche), hanno una selletta individuale per ciascuna corda.
sul ponte Ibanez SAT Pro per regolare la posizione della selletta dobbiamo agire
con la chiave a brugola da 1.5mm sulla vite lungo cui la selletta scorre, accessibile
dal retro della stessa:
senso orario per spostare la selletta indietro (se nota crescente)
senso anti-orario per spostare la selletta avanti (se nota calante)
ecco come regolare le sellette:
accordiamo la chitarra, poi partiamo dal Mi basso (o comunque la prima corda grossa) e controlliamo l'intonazione suonandolo un'ottava sopra. se la nota letta dall'accordatore è crescente rispetto alla nota della corda suonata a vuoto, la selletta va spostata indietro, più lontana dal manico; al contrario, se la nota è calante, la selletta va spostata in avanti, verso il manico. in sintesi:
nota crescente > selletta indietro
nota calante > selletta avanti
ricapitolando la procedura avremo una sequenza di questo tipo (esempio su Mi basso, con corde tutte accordate, ponte in assetto e action ok):
• scordiamo la corda relativa
• spostiamo la selletta avanti o indietro, a seconda, con la brugola da
1.5mm dal lato posteriore
• riaccordiamo la corda
sul "quanto" spostare avanti o indietro le sellette, si va a occhio, comunque consiglierei non più di 2mm alla volta. per evitare perdite di tempo e di pazienza, consiglio di intonare una corda (per esempio, il Mi Basso) e, partendo dalla posizione corretta di questa selletta, posizionare le altre seguendo la disposizione come nella foto qui sotto:
ovvero, partendo dal Mi basso, la prima selletta a sinistra, settata con l'accordatore, procediamo con le rimanenti, settandole man mano più avanti, di poco, circa 1mm o 1.5mm max di dislivello dalla precedente. poi la quarta selletta (Sol), la settiamo pari alla seconda (La), e ricominciamo come prima. ci troveremo con due gruppi di tre sellette ciascuno, a scalare: il primo, delle corde grosse, e il secondo, delle corde sottili, settato un passo indietro rispetto alla selletta del Re. ogni gruppo di sellette comunque mantiene lo stesso pattern, cioè le sellette scalano man mano più vicino al manico. ciò facilita e velocizza molto la procedura. ora riaccordiamo e controlliamo l'intonazione. teniamo presente che la perfezione assoluta non è raggiungibile, la chitarra è legno che si muove, si ritira e si rilascia con l'umidità, con dei tasti incastonati i quali hanno una superficie curva che con l'usura perde l'arco perfetto e il punto esatto di contatto con la corda, inoltre le nostre dita non possono esercitare la stessa identica pressione tutte le volte, e basta pochissimo per variare la lettura dell'accordatura. quindi non è possibile ottenere un'intonazione assolutamente perfetta su tutti i tasti. cerchiamo di essere un po' elastici, anche perché l'orecchio ha diversi limiti rispetto all'accordatore, e certe imperfezioni non le coglie. a sua volta però l'accordatore non è in grado di sentire la naturalezza e la rotondità dell'accordatura imperfetta, quindi sta a noi decidere se tenere un'accordatura pressochè perfetta, oppure arrotondata per il nostro orecchio.
un trucchetto che uso sempre è quello di suonare classici bicordi o tricordi "metal" sulle corde basse, con suono distorto, nella zona centrale del manico e anche sulla seconda ottava. se il bicordo ha quel mordente, quel ringhio tipico che deve avere allora siamo intonati (almeno le corde basse). se il bicordo non ha il ringhio, ma al contrario, è dissonante, cerchiamo di capire quale delle due corde (appunto del bicordo) deve essere tirata o mollata, facendo più pressione su una corda o sull'altra mentre suoniamo. per esempio, se ottengo il ringhio facendo pressione sulla quinta con l'anulare, significa che la corda in cui suono la quinta deve essere tirata, cioè la selletta va spostata in avanti, oppure la selletta dell'altra corda va spostata indietro, a seconda. e così via...
attrezzi
- cacciavite a croce o piatto piccolo
- un buon orecchio
anche l'assetto dei pickups contribuisce a un ottimo rendimento della chitarra.
un pickup non è altro che un microfono, e la distanza di esso dalle corde
influisce sensibilmente sulla qualità del suono in uscita, non solo sul
volume. in particolare possiamo schematizzare il tutto in due diverse scuole
di pensiero:
pickup vicino alla corda
pro: volume maggiore, sustain leggermente pių lungo
contro: suono pulito difficilmente ottenibile, minore
definizione, vibrazione non naturale delle corde
pickup distante dalla corda
pro: suono pulito più facilmente ottenibile,
maggiore definizione, vibrazione naturale delle corde
contro: volume minore, sustain leggermente più
corto
detto questo, si possono stilare alcune regole generali:
a) teniamo i pickups non troppo vicini alle corde
b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano che ci si avvicina
al manico
c) incliniamo i pickups dal lato dei bassi o dei cantini, a seconda delle necessità
ora vediamole in dettaglio:
a) teniamo i pickups non troppo vicini alle
corde
non serve tenere il pickup vicinissimo alle corde se vogliamo ottenere un suono
più grosso. o meglio, può servire, ma i "contro" sono
tanti e tali che si rischia di compromettere la bellezza e naturalezza del suono.
per ottenere un suono più grosso possiamo optare per altre soluzioni,
per esempio l'uso di corde di spessore maggiore, o l'uso corretto dell'equalizzazione
dell'ampli.
per trovare la giusta altezza generale, partiamo dal pickup al ponte, settiamolo
abbastanza vicino alle corde (esempio: circa 3mm di distanza), amplifichiamo
la chitarra e suoniamola col suono più pulito possibile dall'amplificatore.
suoniamo accordi potenti e bicordi a volume deciso: se la chitarra satura, anche
solo appena percettibilimente, allontaniamo il pickup. ripetiamo l'operazione
fino a quando la chitarra smette di saturare. oppure al contrario, avviciniamo
il pickup fin quando inizia a saturare, a quel punto torniamo indietro di un
passo. quella è la giusta distanza dalle corde. non badiamo alle misure
che leggiamo nei siti delle case costruttrici: non esiste una misura precisa
per alcuna chitarra e alcun pickup.
b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano
che ci si avvicina al manico
la corda oscilla con ampiezza maggiore al suo centro, e maggiore ampiezza di
oscillazione si traduce in maggiore volume. quindi se noi teniamo tutti i pickups
alla stessa distanza, ci troveremo con il pickup al manico che esce con un volume
doppio di quello del pickup al ponte. dobbiamo cercare di ottenere il massimo
equilibrio di volume tra i pickups .
una volta trovata la giusta altezza del pickup al ponte, lo useremo come guida
per gli altri, ovvero: settiamo il pickup al manico a un'altezza tale che, switchando
tra questo e quello al ponte, il volume non subisca notevoli sbalzi, sia in
alto che in basso. non facciamoci ingannare dalla corposità del suono
del pickup al manico, dobbiamo concentrarci sul mero volume. facciamo la stessa
cosa col pickup centrale (se c'è). supponendo di avere tutti i pickups
di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente con
i pickups settati così:
c) incliniamo i pickups
a seconda di dove è posizionato, il pickup capta esattamente ciò
che sente, quindi, per esempio, il pickup al ponte capterà un suono più
definito e tagliente, quello al manico capterà un suono più caldo
e pastoso. a volte questa caratteristica ha degli effetti leggermente sgradevoli
in quanto troppo udibili. per esempio, il pickup al ponte potrebbe suonare troppo
nasale e squillante, addirittura fastidioso. quello al manico potrebbe avere
troppi bassi e risultare quindi troppo ovattato e ridondante. per ovviare a
ciò, sfruttiamo la possibilità dei pickups di essere inclinati,
ovvero di essere avvicinati o allontanati dal pickup solo su un lato. se desideriamo
più frequenze basse e meno frequenze alte sul pickup al ponte, agiamo
sulle due viti (a volte tre), poste alle sue estremità: in questo caso
incliniamolo in modo che sia più alto sulle corde grosse, e più
lontano dai cantini. faremo l'inverso sul pickup al manico, se desideriamo tagliare
un po' di ridondanza di frequenze basse. se abbiamo un pickup centrale,
generalmente possiamo lasciarlo parallelo al corpo in quanto quella posizione
è il giusto compromesso tra manico e ponte. supponendo di avere tutti
i pickups di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente
con i pickups settati come nello schema qui sotto (volutamente esagerato per
maggiore comprensione):
attrezzi
- accordatore
ora che abbiamo settato il manico, l'action e l'intonazione,
non rimane che accordare. prima di accordare, ricordiamoci di fare una cosa
molto importante: stiriamo le corde!
accordiamo il tutto e stiriamo le corde, una per volta con decisione, ma senza
esagerare e senza dare strattoni forti. infiliamo indice, medio e anulare sotto
la corda, allontaniamola dalla chitarra di 2 o 3 cm, e, mantenendo tale distanza,
facciamo scivolare la mano lungo tutta la corda, dal ponte al capotasto:
stirandole, le corde possono perdere diversi toni, quindi riaccordiamole e ristiriamole, e ripetiamo fin quando l'accordatura tiene. quasi mai l'accordatura tiene alla perfezione anche dopo ore di stiramento, quindi non aspettiamoci la perfezione assoluta. in ogni caso, se non facciamo questa operazione, la chitarra si scorderà dopo pochi accordi o addirittura anche un solo bending, e nonostante noi la riaccordiamo, lei si scorderà sempre, anche dopo giorni e giorni che la suoniamo. quindi è assolutamente importante stirare le corde. per un approfondimento sul discorso, clicchiamo qui.
esistono vari modi per accordare una chitarra, io ne conosco
3: accordatura a vuoto, accordatura al sesto tasto premuto e accordatura con
armonici artificiali. ognuno ha le proprie abitudini e le proprie preferenze,
io personalmente non prediligo quella con armonici artificiali per un motivo
ben preciso: l'armonico viene generato senza premere il tasto, ed è proprio
qui il punto, cioè, quando io accordo devo simulare il più possibile
la posizione della corda e la pressione delle dita come quando suono normalmente.
ora, se io genero un armonico al sesto tasto, non sto simulando niente di ciò
che faccio quando suono, e la differenza si sente. per non parlare della pressione
delle dita, che può alterare il pitch anche di un quarto o un terzo di
tono, a volte, e ciò non è ammissibile.
per questo io consiglio di accordare usando l'accordatura a vuoto al capotasto.
un altro metodo che aggiungo a questo, è quello di usare l'orecchio e
suonare bicordi sulle corde Mi Basso, La e Re, e anche le corde a vuoto del
Si e Mi Cantino: il tutto con un suono distorto. la distorsione aiuta moltissimo
a intercettare frequenze irregolari e dissonanze tra le corde, e di conseguenza,
le si trovano e correggono con molta facilità. ciò vale anche,
e soprattutto, per l'intonazione. ricordiamoci, inoltre, di non accordare con
la chitarra sdraiata, perché il manico, appoggiato in quella posizione
su un supporto, subisce una certa flessione, la quale falsa l'accordatura, anche
se di poco. quindi accordiamola stando in piedi con la chitarra a tracolla,
o a sedere, ma sempre con la chitarra posta di lato. ora verifichiamo l'accordatura
lungo tutto il manico, facciamo diversi bending molto ampi, senza esagerare,
ed eventualmente riaccordiamo.
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